IC Guatelli

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venerdì 14 marzo 2014

Stipendi nella scuola: ecco perché sono un'emergenza

"C'è grande attenzione tra il personale scolastico per lo "sconto" fiscale annunciato dal premier Renzi. Se infatti la soglia di accesso al beneficio è individuata in uno stipendio mensile netto di 1.500 euro, vi rientra più della metà di chi lavora nella scuola statale e quasi interamente chi presta servizio nelle paritarie o nella formazione professionale. Così in una nota Francesco Scrima, Segretario generale della Cisl Scuola. "Vediamo qualche dato in dettaglio: i 1.500 euro netti rappresentano una soglia praticamente impossibile da raggiungere, anche a fine carriera (cioè dopo 35 anni di servizio), per tutta l'area del personale ATA, con la sola eccezione degli 8.000 direttori dei servizi. Tra collaboratori scolastici e assistenti, si tratta in tutto di 200.000 unità di personale. Per i docenti, stanno sotto quel valore la metà di quelli che lavorano nella scuola primaria e dell'infanzia e oltre un terzo di quelli delle secondarie, un numero che approssimativamente equivale a circa 300.000 unità. In termini complessivi, stanno sotto i 1.500 euro 500.000 addetti su 935.000. Quindi ben oltre il 50% della categoria (percentuale che si innalza se allarghiamo il discorso al settore non statale) percepisce uno stipendio col quale, come affermava Renzi in una sua recente intervista, si fa fatica a vivere. Naturalmente il dato può avere incidenza variabile a seconda del contesto familiare a cui il reddito va riferito, resta però abbastanza eloquente nel descrivere la situazione, che è certamente quella di una categoria tutt'altro che privilegiata. Si può dunque capire perché sia così importante per noi la difesa delle posizioni economiche del personale ATA, o la vertenza per il recupero degli scatti di anzianità, che riguarda docenti e ATA; le abbiamo indicate come vere e proprie emergenze anche nella giornata di ascolto promossa lunedì scorso dal partito di cui il premier è segretario, dicendoci pronti a sostenere processi di innovazione profonda ma chiedendo con forza che chi lavora nella scuola sia chiamato a esserne primo protagonista. Quella salariale - conclude Scrima - è un'emergenza a cui dare immediata risposta, sapendo che si misura anche su questo la credibilità degli impegni assunti rispetto alla centralità della scuola e alla dignità del lavoro che vi si svolge". PERSONALE IN SERVIZIO NELLA SCUOLA STATALE (stipendi netti) Qualifica addetti iniziale a fine carriera Collaboratori Scolastici 136.000 1.008,25 1.243,78 Assistenti amm.vi e tecnici 64.700 1.108,20 1.409,55 Docenti primaria e infanzia 330.000 1.301,10 1.816,75 Docenti secondaria I grado 170.000 1.392,51 1.959,12 Docenti secondaria II grado 235.000 1.392,91 2.026,55

domenica 2 marzo 2014

conclusa la contrattazione

Si è conclusa la contrattazione, che attende ora solo una stipula formale. A fronte dei noti, ulteriori tagli, si è compressa ancora la quota della flessibilità e si sono ridimensionate le quote per determinati incarichi, in primis dei collaboratori. Il lavoro delle Commissioni e delle più importanti figure di sistema è stato salvaguardato secondo anche quanto emerso dall'Assemblea di dicembre. Come da mandato assembleare, le RSU hanno anche stilato una lettera, da inviare a MIUR, OOSS e dirigenze scolastiche. Questo il testo completo: Il DS, i docenti e il personale ATA dell’IC Guatelli di Collecchio, con la presente, intendono evidenziare il grave stato di disagio in cui versa la scuola pubblica, a fronte degli ulteriori tagli occorsi (anche) quest’anno scolastico. A scanso di equivoci, premettiamo che nessuno noi vive fuori dalla realtà, conosciamo la situazione di crisi e di emergenza del Paese e sappiamo della difficoltà delle istituzioni (centrali e locali) nel reperire fondi, risanare bilanci, fronteggiare spese. Peraltro, al mondo dell’educazione si chiede proprio una formazione sempre più adeguata alle molteplici e sempre più complesse esigenze della società; si chiede di adeguarci agli standard europei; si chiede di allinearci ai livelli di produttività, trasparenza e valutazione della Pubblica Amministrazione; si chiede di provvedere alla prevenzione di ogni possibile devianza sociale. Insomma, si chiede sempre di più e sempre meglio; però si riconosce e si incentiva tale sforzo sempre meno. Per questo tipo di lavoro, lo Stato ha in passato pattuito e parametrato un fondo chiamato “fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa”. Da esso si attinge, in modo diversificato, per coprire appunto le ore che - al di fuori dell’orario contrattato - i docenti svolgono per arricchire l’offerta della scuola. Non si tratta solo di progetti educativi, che le scuole virtuose hanno imparato a costruire anche avvalendosi di contributi di terzi (enti locali, associazioni, famiglie…), ma anche del semplice lavoro ordinario, che però abbisogna di figure di coordinamento e di gruppi che si fermano a scuola e lavorano ben oltre ciò che è loro chiesto dal contratto. Questi ruoli “di sistema” non possono essere considerati più accessori, funzioni sacrificabili con leggerezza. Non ne va solo del “miglioramento” della scuola, ma proprio del suo lavoro di base. La scuola ha bisogno di questi fondi per sopravvivere, per fare dignitosamente quello a cui è chiamata a fare dalla Costituzione. Ebbene, questo fondo, così indispensabile, non solo non aumenta, in rapporto al crescente carico di impegni della scuola, ma diminuisce drasticamente di anno in anno. Senza questi budget, siamo costretti, in sede di contrattazione, a forfetizzare fortemente i compensi, svilendo l’impegno di chi ha passione e talento nel proprio lavoro o semplice senso di responsabilità; siamo costretti a privilegiare solo alcuni ambiti di intervento, a danno di altri (ugualmente importanti); siamo costretti - paradossalmente - a non dedicare le energie necessarie e tempi adeguati alle attività che lo richiedessero. Troviamo oltremodo ingiusta anche la gestione della tempistica nella comunicazione e nell’erogazione dei fondi. Pare possibile e corretto che le RSU comincino a contrattare un fondo su dati certi alla fine di un quadrimestre? (l’anno scorso, dopo aprile). Quale efficienza e capacità di organizzare e programmare ci può essere richiesta, non conoscendo mai con un decente anticipo quali siano i budget certi su cui poter contare? Questa approssimazione non è solo figlia della crisi, è indice di una non piena consapevolezza da parte della politica di quelle che sono le esigenze della scuola di oggi e di domani, se non addirittura di una sottovalutazione (dolosa o colposa?) dei problemi delle scuole; di una - diciamo - poco sensibile presa di posizione nei confronti del lavoro, valore su cui dovrebbe fondarsi la nostra intera democrazia. Attendiamo che, finalmente, ai proclami dei vari partiti, che in sede pre-elettorale affermano sempre di voler promuovere il sistema dell’istruzione e di non tagliarne i fondi atti a sostentarla, faccia seguito un comportamento coerente e concreto. Cordiali saluti

quote sindacali sotto controllo?

Si discuterà al Senato della vicenda, già nota alle cronache, relativa alle modalità con cui vengono effettuate le ritenute delle quote destinate al sindacato prescelto agli iscritti da parte della Ragioneria territoriale dello Stato di Parma. Una interrogazione al Ministro dell'Economia e al Ministro della Pubblica Istruzione è stata infatti depositata allo scopo di chiedere chiarimenti su quella che molti hanno definito una violazione del diritto alla riservatezza, In particolare, tramite una nota viene deciso che le deleghe sindacali, per essere ritenute valide, devono essere sottoscritte dal dirigente scolastico. In questo modo, secondo i sindacati di categoria, subito insorti, il dipendente è costretto a comunicare al proprio preside il sindacato prescelto. “Si tratta di una procedura di iscrizione e revoca che le organizzazioni sindacali ritengono lesiva della dovuta riservatezza che la legge riconosce ai lavoratori che aderiscono alle stesse – si legge - ed in particolare ritengono che la nota della RTS sia in palese contrasto con lo statuto dei lavoratori e con il codice di comportamento dei dipendenti pubblici”. Sempre nella interrogazione è riportata la denuncia di alcuni lavoratori, secondo cui “alcuni dirigenti non avrebbero avviato le comunicazioni circa le variazioni stipendiali relative a iscrizioni e revoche sindacali, arrecando pregiudizio tanto alle organizzazioni sindacali”. Il Ministero è a conoscenza della circolare prot. n. 1016 della RTS di Parma? e la ritengono conforme alla normativa vigente?